15 febbraio 2008

dj krush












come già detto per jaku, djk è di un'eleganza, una precisione quasi matematica nei tagli e di una fredda empatia che permettono di apprezzare il suo sound in loopo, all'infinito, (sistema di riproduzione audio a loop infinito), pur non avendo mai pubblicato capolavori, con alti e bassi. è nell'insieme che il suo mood ci piace. frequenti richiami alla cultura nipponica, o per lo meno allo stereotipo che ho in mente
code 4109 (2000) - interessante il rap in giapponese, non ho la minima idea di quello che dice, del resto mi capita con il 60% della musica italiana e il 90% di quella inglese. 2,75
jaku (2004) - 3,5 featuring akira sakata
holonic/the self megamix (1998) - difficile creare un remix interessante, non banale, che dica qualcosa di nuovo. 2,5
kakusei (1999) - troooppo sotterraneo. poche occasioni create, difficile sperare di portare a casa il risultato; effettivi tipo sfrigolio vinilico eccessivamente insistiti. 1,5
ki-oku (1998) - jazzy. 2,5
krush (1995) - pat metheney!?. 2
meiso (1996) - una volta imboccata una strada difficilmente cambia. 2,5
message at the depth (2003) - di nuovo l'apocalittico. 2,75
milight (1997) - ma di chi è?! 2
stepping stones (2006) - cd1 lyricism: "yo!" 2,5. cd2 soundscapes: idem
strictly turntablized (1994). 1,5
zen (2001). 2

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