29 settembre 2008

La mia pagina




Pompini in serie: inserire password









28 settembre 2008



è dopo aver visto e sentito cose come questa che ci si rende conto cosa stanno a fare al mondo vecchi stronzi come Bob Dylan e Harry Dean Stanton.
scaricabile gratuitamente qui.

Caro dottore,

volevo farle una domanda: La prossima settimana dovrei effettuare un'urografia con mezzo di contrasto x lo studio e la posizione di un calcolo. Volevo sapere che tipo di alimenti si possono mangiare nei quattro giorni precedenti l'esame. Dalla prenotazione è consigliato per la mattina il digiuno e un clistere di pulizia. Se è possibile vorrei delle nozioni in più sul clistere e su come si effetua, la quantità da mettere e se è indispensabile o può essere sostituito da un semplice lassativo. Grazie in anticipo e spero che la mia domanda sia stata chiara.

***

Caro lettore,
quello che le posso dire molto sinteticamente sul cibo da prendere è che sono da favorire i cibi tritati ed omogeneizzati. Per quanto riguarda il clistere ogni laboratorio ha le sue specifiche indicazioni e le consiglio di ricontattare la struttura in cui lei dovrà eseguire l'esame.
Un cordiale saluto.
Poco fa, al telegiornale, George Bush ha detto che l'economia è in pericolo. A quell'uomo non sfugge niente! E' troppo sveglio!
David Letterman

Uff..

Dicheno che Marge Simpson è morta. E invece no.

Everlast - Love, War and the Ghost of Whitey Ford (2008)

La melodia non è il suo pane, ma quando fa il suo lavoro (hip hop, ritmo et similia) è divertente. 2,5

24 settembre 2008

CSS - Donkey (2008)

Ci si stanca alla svelta di ascoltarlo. 1

Beck - Modern Guilt (2008)

Sophisticated but pointless.
n.c.s.
orpello inutile. 2

Christian Fennesz













Una volta esisteva la musica anbient®, fatta di nastri, riverberi, postproduzione, rielaborazioni, suoni trasformati,
tappeti sonori®, atmosfere dilatate®
, sensazioni, destinazioni, stati d'animo.

Christian Fennesz, austriaco, lavora sulla versione digitale di questo mondo.
Cendre, ambient puro.
Endless summer, riverbero, incrostazione elettro, molto elegante.
Sala Santa Cecilia EP, con Sakamoto, catena di montaggio, avvantaggiata dalla brevità.
Venice, ambient, sospeso.

22 settembre 2008

20 settembre 2008

Radiohead: Live In Concert

Dal vivo a Santa Barbara, 5 settembre 2008.
Sempre più convinto che sia giusto accostarli ai Pink Floyd.
Che superba qualità, che scaletta, quanti altri ne hanno una così?

18 settembre 2008

Il concerto-intervento del cantautore in piazza Farnese

Il canto libero di Ferretti Giovanni Lindo

S'OSTINA

Da giovane frequentavo le piazze. Ogni sabato pomeriggio, per qualche anno, sono sceso in piazza a manifestare: occasioni internazionali, nazionali, locali, non mancavano. C’era sempre una bastarda repressione da contrastare, una nobile causa da sostenere. Certo non sono stato né il primo né l’ultimo che, nell’assoluta convinzione di essere libero, padrone della propria esistenza e votato alla miglior causa si è ritrovato poi a constatare l’infinita distanza, spesso la netta contrapposizione, tra la realtà e le parole usate per comprenderla e raccontarla. Tra la complessità del vivere e la sua riduzione a sequela rancorosa e lineare, tra il mistero della vita e la lista delle rivendicazioni. Convinto di luccicare di verità e di libertà mi sono ritrovato a proteggere l’oppressione e servire la menzogna. E’ stata la guerra che ha distrutto la Jugoslavia a travolgermi: la realtà e l’ideologia che avrebbe dovuto decodificarla erano inconciliabili. Anzi, l’ideologia che sostenevo era un peggiorativo dell’esistente. Un po’ come chi semina vento, raccoglie tempesta e si rammarica per il maltempo. A Mostar, ridente cittadina europea a vocazione turistica, travolta dall’odio e dal sangue, la realtà si presentava in forma beffarda. La linea del fuoco, cannoneggiata bombardata cecchinata, era il “viale della pace e della fratellanza tra i popoli”: il dogma dell’internazionalismo socialista e la bandiera del pacifismo. Sono stato costretto a guardare la realtà con i miei occhi, ad ascoltare con le mie orecchie, a toccare con mano. Mi sono ricordato che, da qualche parte c’era un cuore e, per quanto maltrattata, avevo un’anima. Così ero stato allevato e ben educato: era il caso di ricominciare da lì. Trovarmi altri maestri, nuovi insegnanti, vecchi insegnamenti.

LE COSE CAMBIANO

Me ne sono tornato a casa. Molte incombenze quotidiane, nessuna pretesa, nessuna rivendicazione. Fosse servito a qualcosa prendermi a schiaffi per la mia dabbenaggine l’avrei fatto. Ho preferito ringraziare per la vita che mi era stata donata. Non immaginavo un qualsiasi pubblico impegno per l’avvenire ma, per l’appunto, la vita oltre che dono, meraviglioso comunque, è un mistero che non siamo noi a determinare. Non così tanto come vorremmo. C’è altro oltre la nostra buona o pessima volontà. Ho cominciato a comprare il Foglio. La prima volta che l’ho visto, sullo scaffale di un’edicola, l’ho comprato, con un po’ di imbarazzo residuale, perché era bello. Come? – mi sono detto – in un tempo in cui i giornali sono sempre più gravati da titoli, fotografie, rubriche, allegati, colori, chi è che si permette tanta eleganza formale, tanta leggerezza?. Il Foglio è diventato il mio legame quotidiano con il contemporaneo e poi molto di più perché mi ha aperto alla conoscenza di mondi sconosciuti di cui percepivo la mancanza: il pensiero neo-conservatore americano, tanto per dirne uno. Grazie, di cuore, Giuliano Ferrara.

SIAMO CASI DIFFICILI

Un giorno al bar mentre bevevo il caffè mi sono messo a sfogliare l’Espresso che “dalla A alla Z” snocciolava tutti i bei nomi della musica, dello spettacolo. Tutti a favore dell’abrogazione della legge sulla fecondazione assistita. La cosa che mi ha innervosito oltre ogni limite era l’assunto indubitabile: la musica è il bene, il giusto e da che mondo è mondo il bene e il giusto sono di sinistra sono progressisti. Mi sono sentito chiamato in causa, proprio io, ero pur sempre il cantante dei CCCP Fedeli alla Linea, dei CSI. Non ci ho mangiato, non ci ho dormito, finché non ho scritto una letterina e l’ho spedita al Foglio grazie al quale avevo scoperto che, anche in quel caso come nella mia vita, tra la realtà e le parole che la raccontano si può creare un corto circuito. Spacciare l’eugenetica per liberazione non mi pare bello. Spacciare i desideri per diritti non mi pare giusto. E se il mondo della musica lo fa, con quella nonchalance che rende evidente la propria superiorità morale e materiale, beh! allora toccava a me, nel mio piccolo, sostenere Giuliano Ferrara e il cardinale Ruini. Mai e poi mai avrei immaginato il risultato del referendum. Ho riso di cuore per giorni e giorni. Come? Tutta lì, in quella percentuale, l’Italia dei media, della cultura, dello spettacolo, del radioso futuro, dei diritti perfetti così come fan tutti, così come bisogna fare? Da allora ogni tanto scrivo al Foglio, ogni volta mi chiedo il perché, che senso ha, chi mi credo di essere? Non lo so, non so rispondermi, ma ci sono cose, problemi, accadimenti, che interrogano tutti, e ognuno secondo le proprie capacità e responsabilità, è chiamato a rispondere. Non si può far finta di niente. Non per le cose essenziali della vita, quelle davvero importanti.

AMANDOTI - Per sempre

Quanto suona strano, in un vortice di mutazioni e cambiamenti che inducono a reinventarsi la vita ogni giorno, ogni weekend, ogni stagione come se noi potessimo ricrearci a nostra immagine e somiglianza, a misura delle nostre voglie, dei nostri contrattempi! Un ciclo perpetuo di sfilate dove agli ingegneri sociali, come ai grandi sarti, spetta volare alto: alta moda, per i maestri del pensiero, gli organizzatori sociali, c’è il prêt-à-porter e alle grandi masse toccano i grandi magazzini, i saldi, l’usato comunque l’obbligo di far bella figura, essere, in tempo reale, aggiornati. Comunque la si rigiri, e si può rigirare all’infinito, trattasi sempre di braghe o di gonne. Hai voglia di chiamarli pareo o salopettes. Trattasi dell’umano: maschi e femmine. Declinabili, i due, in tutte le variazioni possibili, inimmaginabili a priori ma, dal momento del concepimento alla morte, vivi, vitali, in atto e in potenza. Trattasi della meraviglia del creato, delle creature, questi esseri miserrimi e sorprendenti che noi tutti siamo, trattasi dell’uomo. Dispiace che qualcuno si consideri scimmia nuda o poco altro. Deve essere la insalubre conseguenza del troppo rimirarsi l’ombelico; un delirio d’onnipotenza ribaltato. Umani siamo, donne e uomini, non è mai troppo né troppo poco.

DEL MONDO - Glorifichi la vita

Mai avrei immaginato di ritrovarmi, a 54 anni, in così bella piazza a festeggiare le donne, la vita, a festeggiare l’8 marzo. Una data che mi sovrasta e un po’ mi imbarazza. So di mille osservazioni possibili, dall’astioso allo strafottente, tutte valide. A mio favore ho solo un motivo: sostenere con la mia presenza, la mia parola, il mio canto: la campagna per la moratoria: “Aborto? No, grazie!” così come è stata pensata e costruita da Giuliano Ferrara e il Foglio. Dalla petizione alla lista. Con tutti i dubbi, le perplessità, il giorno dell’angoscia e i molti della felicità; a ognuno i suoi. Come vi ho detto, mia volontà era di non assumermi alcuna responsabilità pubblica, non farmi arruolare in nessun caso, memore anche di troppe cause sbagliate e insofferente verso i media e la smania di apparire che ci sovrasta, ma sono le persone che si incontrano a fare la differenza. E succede. Sono le persone, nella loro corposità, nel loro comportarsi, nel loro esserci che mi fanno cambiare nei miei buoni proponimenti di montanaro scontroso e scantonante.

Era già successo lo scorso anno ed erano stati gli occhi di due donne, una anziana e una giovane, la loro luminosità velata da una tristezza che durava da troppo tempo a farmi decidere, di colpo, di organizzare un 25 aprile, la festa della liberazione dal nazifascismo, perché vivesse, non fosse cancellata la memoria di un fratello e uno zio prima calunniati poi uccisi poi rigettati da una retorica faziosa e falsa. L’abbiamo chiamato: un 25 aprile solitario, in onore di Giorgio Morelli, nome di battaglia Il Solitario, in onore del comandante Azor, dei partigiani cattolici di Reggio Emilia. Un 25 aprile sui monti che li avevano visti prima ribelli, poi vittoriosi, poi assassinati, poi defraudati del loro valore, della loro storia. Una messa a suffragio, un pranzo ipercalorico all’aperto, un piccolo concerto, la recita del S. Rosario. Due-trecento persone per un 25 aprile solitario. Troppo pochi? I partigiani erano meno. Sono le persone, solo le persone, a essere importanti, sempre. In una comunione tra i morti, i viventi, i non ancora nati. I numeri non sono che l’infinita variazione dell’uno. E’ successo di nuovo oggi, 8 marzo 2008, ne sono felice. Ci voleva Giuliano Ferrara. Non che manchino persone meravigliose, a me sconosciute, che dedicano il proprio tempo, la propria vita, i propri scritti, all’onore nascosto e mistificato dell’aborto. E’ che le idee, la speranza e i fatti che ne conseguono viaggiano con le persone che ne sono sostegno e incarnazione. E poi serve un contesto che permetta di fiorire e crescere. Serve la terra, l’acqua, il sole. Serve la giusta dose di concime e al fondo ci vuole buon umore. Quel buon umore che unito alla conoscenza e all’intelligenza permette di far fronte tanto alle tragedie dell’umanità che alle interviste televisive. Quel buon umore che, unito all’amore per l’uomo, è il solo che può incrinare e combattere il sublime convincimento che non c’è problema, oppure c’è ma non bisogna parlarne, oppure bisogna parlarne ma non in campagna elettorale e comunque deve essere chiaro che è tutta una mossa del cardinal Ruini, delle forze oscure e clericali, il ritorno ai tempi bui, lo spettro della Reazione. E’ il buon umore, e un po’ di strafottenza, che può intaccare la pressante invocazione all’Italia perché diventi al fine un paese normale. Normale? Normale a chi? Detto da chi fa culto di ogni trasgressione. Sarebbe normale essere accusati d’oscurantismo antiscientifico perché si fa presente che la tecnica odierna permette di fotografare i bimbi nel ventre materno? Ed è evidente all’occhio e al cuore che trattasi di bimbi, personcine. Sono bimbi, sono figli, nipoti. Sono innocenti, deboli, indifesi. Sarebbe normale accusare di visione reazionaria chi si ribella a un determinismo genetico che fa dei non ancora nati oggetto di ogni sperimentazione, di ogni abuso, ne fa oggetti di selezione e commercializzazione? Si tratta del mistero della vita, la vita in atto, in un ciclo umano che va dal concepimento alla morte naturale. Per ciò che mi riguarda la morte non è che un passaggio ad altro: il giudizio, l’inferno o il paradiso, ma questa è fede e la fede è un dono non un’imposizione e tantomeno un motivo d’orgoglio che sottintenda una superiorità morale. Anche la vita è un dono, ma è carne, è palpabile, dimostrata. Si può fotografare, raccontare con dovizia di particolari, si può cantare nelle canzoni e farci dei bei film. Ci sono mille obiezioni possibili alla presentazione di questa lista ma sono di natura politica, corrente e ordinaria, non valgono. E’ la politica a essere in funzione della vita, non viceversa. Se non c’è rispetto per la vita la politica è solo accaparramento e distribuzione del potere. Legittimo ma un po’ poco, troppo poco.

Per quanto riguarda la conta dei numeri il rischio è alto ma io faccio riferimento alla risposta del patriarca ortodosso: “Mi dicono coloro che si interessano di numeri…”, un incipit che rende onore a tale interesse ma non ne fa ragione per la propria esistenza. Che qualcuno, anche pochi, pongano oggi a base della politica nella sua totalità, la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale è indispensabile. E’ giusto, è bello e mette di buon umore. Comunque è una semina e non sempre chi semina raccoglie ma se nessuno semina chi raccoglierà? Benvenuta sorella lista.

LA VITA E’ UNA GRAN COSA - TE DEUM

di Ferretti Giovanni Lindo

(dal sito de Il Foglio, 8/3/08)

***

(Talvolta penso che il mondo sia ancora peggiore di quello che sembra)

Neocon e Dossetti a braccetto
Oggi Ferretti lavora soprattutto sulla musica sperimentale e sacra. Tiene letture di Dante. È probabilmente l’unico neoconservatore dossettiano del panorama mondiale: “il pensiero neocon mi ha stupito e interessato. Si definiscono liberal assaliti dalla realtà o comunisti venuti dal freddo: e io mi ci ritrovo benissimo. Per mezzo mondo oggi “neocon2 è un insulto, così come lo è “dossettiano” per l’altra metà. Ma Dossetti qui da noi è stato un baluardo dei cattolici contro i comunisti per tanti anni. Per me è un santo, un santo che non capiva niente di politica”.
E la politica è la cosa che fa più arrabbiare Ferretti oggi. A un tiro di schioppo dal suo paese c’è quello dove Sandro Bondi fu sindaco del Pci. Oggi ce l’ha con la sinistra, piena di “comunisti stemperati” che “fanno i liberali ma non lo sono”. Per lui votare centrodestra alle ultime elezioni è stata “una rivoluzione” che l’ha divertito parecchio. Entrando nella sua stanza c’è una bandiera di Israele attaccata a una trave. Venticinque anni o giù di lì cantava “Bombardieri su Beirut”. I bombardieri adesso ci sono di nuovo e lui soffre per la “perdita di senso della realtà” dei governanti italiani, per D’Alema e per l’Onu. Mentre si accende e fuma una delle 50 sigarette quotidiane (dopo che gli è stato asportato un cancro al polmone) Ferretti parla di dolore: “Nella mia vita l’ho conosciuto. Sono stato operato sette volte, ho avuto malattie gravi. Il nostro mondo ha prima abolito la morte, nascondendola ai bambini, confinandola più lontano possibile, abolendo le veglie, i funerali. Adesso cerca di abolire il dolore: ma è un atto di una violenza terribile, la stessa che portava il comunismo a voler costruire il paradiso in terra. Avvicinandosi all’inferno”.
Giovanni Lindo Ferretti
“Non rinnego i miei errori”
Giovanni Lindo Ferretti
Oggi, abbandonati Repubblica e Il Manifesto, è abbonato all’Osservatore Romano. Vive nella casa di famiglia in un paese che non arriva a 100 anime, sull’Appennino emiliano a pochi chilometri dalla Toscana. Studia, canta, scrive. (A settembre Mondadori pubblica il suo autobiografico “Reduce”). E legge. Soprattutto Ratzinger: “Credo di aver letto tutto quello che ha pubblicato, tolti i testi più “tecnici”. Mi ero stufato, qualche anno fa di leggerne su Repubblica tutto il male possibile. Sono andato in libreria e ho chiesto se questo Ratzinger avesse scritto qualcosa. Mi hanno indicato una pila di libri. Da lì ho scoperto un genio prima che diventasse Papa”. E poi Simone Weil, Hannah Arendt, Don Giussani, Dante.
A 53 anni Ferretti continua a “campare di parole”. Vincendo la sua ritrosia per i giornalisti, a Libero racconta un pezzetto del suo cammino, che l’ha portato da “Spara Yuri” agli inni alla Madonna, rintracciati e rielaborati pescandoli dalle tradizioni popolari di mezza Italia. “Certo, sono cambiato, ma per me è stato consequenziale. Sono stato educato da mia nonna e dai miei genitori, da cattolico. Ma sono stato anche figlio del Sessantotto e ho volontariamente aderito al comunismo, questa pestilenza dell’animo che si è rubata i figli migliori delle nostre famiglie. In un certo senso, sono tornato a casa. Ma non sopporto l’idea di essere anticomunista con lo stesso livore stupido di come sono stato ateo e bestemmiatore per anni. Voglio un po’ più di dignità”.
La ‘conversione’ dell’uomo che cantava (e canta ancora) “Emilia Paranoica” non è improvvisa. Nessuna caduta da cavallo. “Negli anni novanta mi interessava moltissimo L’islam. Le tragedie dell’Algeria e della Jugoslavia mi hanno portato ad avvicinarmi a questo mondo. Ma la concezione della donna di quel mondo mi ha fatto capire che non faceva per me. Sono passato dal confucianesimo, dal buddismo. Ho capito che per anni avevo convissuto con pensieri insignificanti rispetto alla comprensione del mondo. Aveva ragione Wojtyla: anche per me è stato un male necessario. E qui ho riscoperto il cristianesimo”.
Semplice come le preghiere che gli aveva insegnato la nonna, affascinante come il pensiero di Ratzinger, che ha colpito Ferretti “per il richiamo che fa all’esigenza dell’attaccamento alla tradizione musicale. In chiesa sento certi canti...”. I cliché del convertito, però, su Ferretti non fanno presa. “Se c’è da cantare “Fedeli alla linea” la canto. Non abiuro i miei errori, sarebbe troppo comodo. La mia storia è questa e chi mi ascolta oggi la conosce benissimo. Del resto, le cose non sono mai scontate. Al tempo dei Cccp un ragazzo, fan sfegatato, insiste per offrirmi un caffè e mi dice sottovoce di essere un missino. Uno choc! Ne ho conosciuto un altro, entrato in un convento monastico, che ha chiesto al suo superiore di portarsi in cella “Affinità e divergente tra il compagno Togliatti e noi (uno dei dischi più noti dei Cccp, ndr). Quando ho fatto una canzone su Sarajevo attaccando il pacifismo, c’è chi l’ha usata come inno pacifista. IO offro la sincerità del mio percorso, del resto mi importa poco”.
E i fan “traditi”? C’è già qualcuno che ha provveduto a scomunicarlo, quando l’estate scorsa ha fatto sapere di condividere la posizione della Cei sul referendum di bioetica. Altri lo accusano di opportunismo. Lui non se la prende, parla con rispetto degli ex compagni di band (“Ma oggi siamo su mondi diversi”).

gf + glf

Quando meno te lo aspetti

"Una sera ho visto in TV Formigoni e Martelli discutere amabilmente di donne e di aborto. Ho spento, ma un atomo del loro delirio di onnipotenza, di arroganza, era entrato in me, e mi ha tormentato per giorni" (CCCP-Fedeli alla Linea - Svegliami, 1989 - dal sito di Massimo Zamboni)

***

"
E Ferrara arruola il leader di un gruppo punk
...quello tra Giuliano Ferrara e Giovanni Lindo Ferretti è un sodalizio sperimentato. E il direttore del Foglio ha deciso che sarà lui - il nome più famoso del punk italiano anni Ottanta - l’ospite d’onore della manifestazione che si terrà oggi a Roma in Piazza Farnese. L’8 marzo anti abortista per lanciare la lista elettorale di Ferrara." (Il Giornale, 8/3/08)

bene. ieri sera stavo per andare a letto, avevo già un occhio chiuso che in tv capto un documentario sulle gang del centroamerica, con uomini fatti a pezzi, NITIDI PRIMI PIANI COMPRESI.
stasera idem, con notiziola deprimente DI CUI NON RIESCO A TROVARE SMENTITA OSTIA.
domani sera per addormentarmi conto i giorni che mancano alla pensione.

17 settembre 2008

The Hawk Is Howling


Su Myspace i Mogwai hanno messo il nuovo disco in toto
ma che impressione paola ferrari sembra uno squalo di gomma pittato

16 settembre 2008

Casino Royale

Variazioni sul tema.
Not in the face (2007) è la versione dub (molto dub) di Reale e fatta da Howie B. Più un suo disco che un remix per i CR. 2,75
Royale rockers eccetera (2008) è credo lo stato d'animo attuale dei CR: absolute reggae, meno club. 2,75

One Day As A Lion - s/t EP (2008)

A parte il nome del cazzo, le prime 5 tracce del nuovo proggietto di Zack de la Rocha e dell'ex batterista dei Mars Volta Jon Theodore promettono bene. s.v./3

Pivot - O Soundtrack My Heart (2008)

C'è un nuovo trend in giro - minimalismo elettronico, un po' di Talking Heads, virtuosismo strumentale massimalista - che si sta diffondendo. Iniziato lentamente dal post rock, insinuatosi impercettibilmente e privato della sua violenza, si è fatto eighties, archie bronson outfit e lcd soundsystem, poi si è evoluto in battles e altro, fino a pivot. C'è anche dello Jean Michel Jarre, perciò un po' stucchevole a un ascolto prolungato e nel lunghissimo periodo, non mancherà di offrire soddisfazioni a chi cavalca l'attimo. 2,5

11 settembre 2008

09 settembre 2008

Damien Rice - 9 (2006)

Un altro che bela.
Nulla di nuovo, a tratti ricorda i Grant Lee Buffalo, o anche quella roba americana per adolescenti che si vede nelle tv musicali; massì, quella roba lì. Quella che quando l'ascolti ti dici ma perché per la televisione i ggiovani devono ascoltare solo hip hop con magnaccia e prostitute oppure sta roba e ti deprimi.
Me, My Yoke And I è due spanne sopra il resto.
2-

Will Oldham/Bonnie Prince Billy

Will Oldham - Black Rich Music (1998) Ø
Bonnie Prince Billy - Ask Forgiveness EP (2007) Ø
Bonnie Prince Billy - Lie Down in the Light (2008) 1

American Gangster, Ridley Scott (2007)

Alcune cose notevoli:
  1. la pelle bruna delle afroamericane
  2. l'esercito di stuntmen
  3. la regia di scott - allora non ha il cervello totalmente in pappa
  4. non ho trovato alcuna biografia che abbia scavato la vita reale di frank lucas, il protagonista interpretato da wash., tant'è vero che è tratto da un lungo articolo
  5. gli alti e bassi di crowe; grandi interpretazioni qui, film di merda lì

  • decisamente buono (anche perché, prima di questo film, scott + crowe = il gladiatore...), anche se non sono un appassionato del leit motiv america-che-redime-i-cattivoni, che l'aiutano a redimerne altri e così via.
  • 3

Laurent Garnier

Excess Luggage (2004) - Strano minestrone. I primi due dischi sono mix live rispettivamente dal Sonar 2000 e da Detroit nel 2002. E fanno cacare (Ø). Il terzo invece è decisamente più interessante. 2,75

Back to my roots EP (2008) - Ritorno ai pollici di vinile. 2,75

05 settembre 2008

forse la multa non la devo pagare. hanno sbagliato a mettere la data. in effetti, sul sito del comune NON la posso pagare perché sono passati più di 15 giorni dalla data SBAGLIATA scritta sull'accertamento di infrazione quindi devo aspettare 15 giorni la notifica che mi arrivi a casa che ovviamente costerà virtualmente di più. cheppalle. devo PER FORZA tentare di fare il furbo. non la posso pagare e basta.

04 settembre 2008

moni

vuoi spedire un pacco in germania di un chilo ma non con le poste? cinquanta euro.
stamattina le spese condominiali per posta.
stanotte la multa per il lavaggio strade.
ma che cazzo è tutta 'sta gente che vuole soldi da me.

03 settembre 2008

pagina 355:

Il piacere facile è una maledetta tentazione. Alcool e droga e sesso occasionale ti forniscono uno surrogato di quel potere cui ti avvii a rinunciare. Distruggono la volontà di condurre una vita decorosa. Favoriscono la delinquenza. Distruggono i rapporti sociali. Lo avevo imparato grazie alla dinamica del riguadagnare il tempo perduto. Gli esperti attribuiscono alla povertà e al razzismo la responsabilità dei delitti. Hanno ragione. Il crimine è una piaga morale concomitante, con origini comuni. Il crimine è energia virile malriposta. Il crimine è collettiva smania di resa estatica. Il crimine è smania romantica andata a male. Il crimine è accidia e caos su scala epidemica. Il libero arbitrio esiste. Gli esseri umani sono meglio della cavie da laboratorio. Il mondo è un luogo incasinato. Ma la responsabilità è comunque di tutti quanti.

(james ellroy - i miei luoghi oscuri)
pagina 301:

Mi costrinsi a evitare di giudicare. Sapevo che i miei criteri di rifiuto per la teoria del serial killer erano in parte puramente estetici. I serial killer mi annoiano e mi danno ai nervi. Nella vita vera i serial killer sono una rarità statistica e una piaga dei mezzi di comunicazione. Romanzi, film, telefilm li celebrano come mostri e sfruttano il loro potenziale per dare succo a trame inerti. I serial killer sono unità maligne autonome. Servono a mettere in risalto piedipiatti banali. La maggior parte di essi ha subito orrendi traumi infantili, i cui particolari vanno bene per facili tirate pseudopsicologiche e li accreditano di un certo orgoglio vittimistico. I serial killer fanno paura quando scatenano il bambino irrisolto che hanno dentro. I loro comportamenti iperbolici affascinano lettori e spettatori, cui poi ripugnano le loro estasi demoniache. I serial killer sono aristocratici; sono alla moda, fascinosi e intriganti. Blaterano concetti nicciani. Sono enormemente più sexy di un coglione pervertito che fa fuori due donne per libidine e strizza, e per la perfetta pressione su un grilletto da due soli colpi.
Io stesso ho avuto a che fare con i serial killer. Tre romanzi fa li ho scentemente rifiutati. Servono al massimo come contorno. Da qualsiasi altro punto di vista letterario non valgono un cazzo.


(james ellroy - i miei luoghi oscuri) 
pagina 351:

Quella conclusione minava la mia fondamentale legge dell'omicidio: la furia criminale deriva da timori lungamente repressi portati a un provvisorio stato di coscienza dall'irripetibile alchimia tra assassino e vittima. Due stati inconsci entrano in connessione e creano un punto critico esplicativo. L'assassino sa. L'assassino va avanti - "Non so cosa mi è preso, so solo che dovevo farlo". La vittima fornisce cognizione all'assassino. La vittima donna trasmette segnali in codice sessuale. Guarda un po' quello smalto scheggiato sulle unghie. Guarda un po', due secondi dopo che sei venuto, quanto fa schifo scopare. Il codice sessuale è sottotesto di pura misoginia. Tutti gli uomini odiano tutte le donne per quelle ragioni certe e accertate che essi dibattono quotidianamente a via di barzellette e vanterie.

(james ellroy - i miei luoghi oscuri) 
pagina 266:

Il caso aveva tre mesi di vita. Era già diventato il più importante omicidio di donna di ogni tempo. Il caso Dalia nera era stato un caso grosso - molto Los Angeles. Il caso Simpson lo eclissò in fretta. Era enorme. Era epica arte dell'interpretazione. Era un circo multimediale allestito in pura malafede, basato sulle tremule fondamenta di un goffo squarta-e-fuggi. Tutti quanti sapevano che a uccidere era stato O.J. I dotti batterono quella verità e fecero cose da pazzi per cercare verità nascoste e precedenti empirici. I falchi dei media sfruttarono con più ferocia la verità. Vedevano il caso O.J. come un microcosmo volgare. Culi e cocaina. Narcisismo da palestra e la schiavitù bidirezionale di un mondo basato su alimenti milionari. Il pubblico del livello infimo connotò il delitto. Volevano lo stile di vita pacchiano di O.J.; non potevano averlo; si accontentarono di un ipocrita dramma moralistico che gli spiegava perché quello stile di vita fosse da rifiutare.

(james ellroy - i miei luoghi oscuri) 
I miei luoghi oscuri, pagina 199:

Bianchi, negri e messicani si odiavano reciprocamente, e tuttavia evitavano scontri razziali. Wayside era un efficiente meccanismo in un sistema ancora funzionante. Il sistema funzionava poiché la popolazione di delinquenti era ancora assai lontana da cifre stratosferiche, e moltissimi delinquenti non ricorrevano alla violenza. In quel periodo la grande droga cattiva era l'eroina. Quella dell'eroina era un'epidemia controllata. L'eroina ti spingeva a rapinare e a far prostituire la tua donna. L'eroina ti rallentava. A differenza di quanto avrebbe fatto più vent'anni tardi il crack, l'eroina non ti faceva sballare né ridurre a pezzi la tua ragazza. Il sistema funzionava perché, il più delle volte, tanto i criminali quanto i delinquenti si dichiaravano colpevoli e non ricorrevano sistematicamente in appello. Il sistema funzionava perché, in epoca pre-collasso, la reclusione era accettabile. I criminali erano pre-psicologizzati. Riconoscevano l'autorità. Riconoscevano di essere feccia, poiché l'avevano visto alla TV o l'avevano letto sui giornali. Erano incastrati in un gioco di ruolo, in cui di solito a vincere era l'autorità. Si compiacevano di trionfi irrisori e si dilettavano nelle macchinazioni del gioco. Il gioco era essere adepti e fatalisti era la cosa giusta. Bastava restare alla larga dalla camera a gas, e il peggio che poteva capitare era la detenzione in penitenziario. La detenzione pre-collasso era accettabile. Si poteva bere pruno e incularsi le checche. Il sistema funzionava perché l'America non si era ancora trovata di fronte sommosse razziali né complotti con assassinio né stronzate ambientaliste né confusione di sessi né proliferazione della droga e mania delle armi e psicosi mistiche legate all'implosione dei media e a un emergente culto del vittimismo - un passaggio che in cinque lustri di chiacchiere vane e rabbiose aveva prodotto un ottundente scetticismo di massa.

(james ellroy - i miei luoghi oscuri) 

james ellroy, i miei luoghi oscuri

(certo che, vista la quantità di refusi, un giro di bozze in più potevano farlo. è vero che i sotto-sottopagati correttori sono un costo, ma potevano privarsi di un paio di cappuccini e fargli dare una rilettura.
e tanto che ci siamo, non so le altre edizioni ma questa che ho tra le mani è rilegata da schifo. per leggerla l'ho praticamente divaricata a ogni pagina. povera bompiani.)

durissimo e inflessibile.
inquietudini morbose e incestuose.
alla fine i fantasmi dovevano palesarsi.
cazzo, se è bello. un romanzo, dentro un romanzo, dentro un altro romanzo. descrizione precisa, lucida, agghiacciante, viva del proprio passato, di ciò che gli gravita attorno, a partire dal peggiore episodio della sua vita, che viene anticipato da e cui seguono tutti gli altri.
gronda realtà, come tutti gli altri lavori, ma questo è il romanzo della sua vita, almeno tanto morboso quanto il resto della sua produzione. nessuno sconto, va in scena lo squallido spettacolo della Famiglia Ellroy. Semplicemente sublime ed etereo.

02 settembre 2008

melvins

A Senile Animal (2006)
Nude with boots (2008)
Fondamentalmente non è la roba che ascolto. Uno però cerca di guardarsi in giro, allargare i propri orizzonti, non mettere sempre i soliti pantaloni e mangiare la stessa zuppa. Però questo non fa per me, nonostante accurata disamina derivante dalla deferenza con cui mi pare ci si accosti ai veterani Melvins. 1,75/s.v.

01 settembre 2008