18 settembre 2008

Neocon e Dossetti a braccetto
Oggi Ferretti lavora soprattutto sulla musica sperimentale e sacra. Tiene letture di Dante. È probabilmente l’unico neoconservatore dossettiano del panorama mondiale: “il pensiero neocon mi ha stupito e interessato. Si definiscono liberal assaliti dalla realtà o comunisti venuti dal freddo: e io mi ci ritrovo benissimo. Per mezzo mondo oggi “neocon2 è un insulto, così come lo è “dossettiano” per l’altra metà. Ma Dossetti qui da noi è stato un baluardo dei cattolici contro i comunisti per tanti anni. Per me è un santo, un santo che non capiva niente di politica”.
E la politica è la cosa che fa più arrabbiare Ferretti oggi. A un tiro di schioppo dal suo paese c’è quello dove Sandro Bondi fu sindaco del Pci. Oggi ce l’ha con la sinistra, piena di “comunisti stemperati” che “fanno i liberali ma non lo sono”. Per lui votare centrodestra alle ultime elezioni è stata “una rivoluzione” che l’ha divertito parecchio. Entrando nella sua stanza c’è una bandiera di Israele attaccata a una trave. Venticinque anni o giù di lì cantava “Bombardieri su Beirut”. I bombardieri adesso ci sono di nuovo e lui soffre per la “perdita di senso della realtà” dei governanti italiani, per D’Alema e per l’Onu. Mentre si accende e fuma una delle 50 sigarette quotidiane (dopo che gli è stato asportato un cancro al polmone) Ferretti parla di dolore: “Nella mia vita l’ho conosciuto. Sono stato operato sette volte, ho avuto malattie gravi. Il nostro mondo ha prima abolito la morte, nascondendola ai bambini, confinandola più lontano possibile, abolendo le veglie, i funerali. Adesso cerca di abolire il dolore: ma è un atto di una violenza terribile, la stessa che portava il comunismo a voler costruire il paradiso in terra. Avvicinandosi all’inferno”.
Giovanni Lindo Ferretti

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