03 settembre 2008

james ellroy, i miei luoghi oscuri

(certo che, vista la quantità di refusi, un giro di bozze in più potevano farlo. è vero che i sotto-sottopagati correttori sono un costo, ma potevano privarsi di un paio di cappuccini e fargli dare una rilettura.
e tanto che ci siamo, non so le altre edizioni ma questa che ho tra le mani è rilegata da schifo. per leggerla l'ho praticamente divaricata a ogni pagina. povera bompiani.)

durissimo e inflessibile.
inquietudini morbose e incestuose.
alla fine i fantasmi dovevano palesarsi.
cazzo, se è bello. un romanzo, dentro un romanzo, dentro un altro romanzo. descrizione precisa, lucida, agghiacciante, viva del proprio passato, di ciò che gli gravita attorno, a partire dal peggiore episodio della sua vita, che viene anticipato da e cui seguono tutti gli altri.
gronda realtà, come tutti gli altri lavori, ma questo è il romanzo della sua vita, almeno tanto morboso quanto il resto della sua produzione. nessuno sconto, va in scena lo squallido spettacolo della Famiglia Ellroy. Semplicemente sublime ed etereo.

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