26 ottobre 2009

Hit the Road, Jack


Afghanistan: Corano bruciato, morti e feriti nelle proteste a Kabul


Decine di feriti, e probabilmente anche tre morti nelle proteste a Kabul e in alcune città dell'Afghanistan occidentale, scoppiate dopo che militari americani avrebbero bruciato una copia del Corano nella provincia di Wardak, a sud-ovest di Kabul.
Lo rendono noto alcune fonti contattate da PeacerePorter nella capitale afgana. L'ospedale di Emergency a Kabul ha confermato di aver ricevuto ieri diciassette feriti in incidenti con la polizia che hanno bloccato per ore il traffico. L'episodio del Corano, smentito dal portavoce della coalizione militare a guida Usa nel Paese, sarebbe avvenuto la settimana scorsa. Alla manifestazione di protesta di ieri hanno partecipato migliaia di persone, principalmente studenti, scesi in piazza per gridare la loro rabbia contro l'occupazione straniera. I manifestanti hanno cantato slogan anti-americani e bruciato l'immagine del presidente Usa Barack Obama. La polizia ha colpito coi manganelli gli studenti, e alcuni colpi di arma da fuoco sono stati esplosi, apparentemente in aria. Tuttavia, i feriti sono stati ricoverati non solo per percosse da manganello ma anche per ferite da arma da fuoco. Sono loro stessi che hanno raccontato di vittime. Due, forse tre.

Le autorità locali nella provincia di Wardak hanno confermato il ritrovamento del testo sacro all'Islam bruciato, ma hanno incolpato alcuni tossicodipendenti e affermato che i Talebani hanno diffuso la notizia che i responsabili sono invece stati i militari stranieri, e che lo avrebbero fatto per provocare manifestazioni anti-americane. In Afghanistan, come in tutti i Paesi musulmani, la notizia di un Corano dato alle fiamme ha letteralmente un effetto incendiario. Quattro anni fa, almeno 20 persone sono morte in scontri con la polizia in tutto l'Afghanistan, dopo che era uscita la notizia che il Corano era stato oggetto di atti considerati sacrileghi da parte dei secondini del carcere di Guantanamo.

Secondo le fonti contattate da PeaceReporter, la protesta non si è ancora placata a Kabul. Nuovi incidenti sono ancora in corso nella capitale. Decine di poliziotti sono rimasti feriti dopo che gli studenti hanno nuovamente impegnato le piazze cittadine. A seguito di lanci di pietre almeno 15 poliziotti sono rimasti feriti, e decine sarebbero i manifestanti colpiti dalla violenta risposta della polizia afgana, che ha utilizzato idranti e lacrimogeni, negando di aver utilizzato armi da fuoco.

La provincia di Wardak, dove è stato bruciato il Corano, è una dove i rapporti tra popolazione locale e forze di occupazione sono più tesi. Un mese fa, un 'district hospital' gestito dalla ong 'Swedish Committe' è stato oggetto di una irruzione da parte dei militari Usa in cerca di Talebani. I soldati sono entrati indifferentemente nelle stanze dove erano ricoverati sia uomini che donne La struttura è rimasta chiusa per gli alcuni giorni. Non è il primo caso che ciò accade. Anche a Paktika, nel luglio scorso, era avvenuto un simile blitz. "Quando tali strutture non sono più considerate con il carattere di inviolabilità loro precedentemente accordato, allora diventano ordinari edifici, arene dove continuare le guerre", ha reso noto in un comunicato lo Swedish Commitee.

(peacereporter.net, 26/10/09)

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