30 novembre 2013
29 novembre 2013
28 novembre 2013
27 novembre 2013
26 novembre 2013
Trentemøller
The Last Resort, 2006
Lost, 2013
Lost (Instrumental Version), 2013
Lost, 2013
Lost (Instrumental Version), 2013
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25 novembre 2013
Louis Malle, Ascensore per il patibolo (Ascenseur pour l'échafaud, 1958)
con jeanne moreau
mi sa che la versione che ho visto in tv aveva più buchi del groviera
ottime le musiche di miles davis
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24 novembre 2013
23 novembre 2013
Elvis Costello and The Roots, Wise Up Ghost (2013)
bello, ma c'è troppo elvis costello in questi roots
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21 novembre 2013
20 novembre 2013
Nadine Shah, Love Your Dum And Mad (2013)
nuova bella voce britannica, a metà tra pj harvey e adele, anche se (ancora?) non ha il pathos di nessuna delle due. buon disco, sebbene la seconda parte dell'album, più riflessiva, non sia all'altezza della prima.
★ ★ ☆
★ ★ ☆
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19 novembre 2013
18 novembre 2013
17 novembre 2013
16 novembre 2013
Willis Earl Beal, Nobody Knows (2013)
a cappella e lofi è affascinante ma impegnativo. accompagnato da una band - e in un brano da cat power - è più orecchiabile, decisamente meglio
★ ★ ★ ★
★ ★ ★ ★
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15 novembre 2013
14 novembre 2013
13 novembre 2013
Zadie Smith, Denti bianchi (White Teeth, 2000)
il cerchio si chiude solo all'ultima pagina, una scrittura brillante e ricca
★★★☆
(p. 14)
«Arshad!»
Dal negozio uscì un tizio magro dall’aria sfuggente, con i baffi a manubrio e le mani sporche di sangue, vestito in quattro diverse sfumature di marrone.
«Arshad!» Mo, che si controllava a fatica, puntò il dito in direzione della macchina. «Ragazzo, te lo chiederò una volta sola.»
«Sì, Abba?» disse Arshad, spostando il peso del corpo da un piede all'altro.
«Che diavolo è, quella? Che ci fa, qui? Alle sei e mezzo mi arrivano le consegne. Alle sei e mezzo avrò per le mani quindici bovini morti da scaricare nel retrobottega. È il mio lavoro, lo capisci? Sta per arrivare la carne. Ecco perché sono sorpreso...» Mo assunse un’aria di innocente disorientamento. «Pensavo che questa dicesse “Area di scarico”.» Punto il dito verso una vecchia cassetta di legno con la scritta vietato il posteggio di qualunque veicolo in qualunque giorno. «Be’?»
«Non so, Abba.»
«Sei mio figlio, Arshad. Non ti do da lavorare perché tu non sappia...» Tese la mano fuori dalla finestra e dette uno scappellotto a Varin, che si teneva in bilico come un equilibrista sul selciato scivoloso. Il colpo dietro la testa fu tanto forte che per poco il ragazzo non fu sbalzato via dalla scala.
«Ti do da lavorare perché tu sappia. Perché tu raccolga informazioni. Perché tu porti la luce nella grande oscurità dell’inspiegabile universo del creatore.»
«Abba?»
«Scopri che cosa ci fa qui e liberatene.»
Mo scomparve dalla finestra. Un minuto dopo, Arshad tornò con la spiegazione. «Abba.»
Mo cacciò di nuovo la testa fuori dalla finestra, di scatto, come il maligno cucù di un orologio svizzero.
«Quello si sta gassando, Abba.»
«Cosa?»
Arshad si strinse nelle spalle. «Ho gridato attraverso il finestrino, ho detto a quel tizio di andarsene, e lui ha risposto: “Mi sto gassando, lasciami in pace”. Proprio così.»
«Nessuno si gassa sulla mia proprietà» esplose Mo, mentre scendeva a passo di marcia. «Non abbiamo la licenza.»
Una volta in strada, Mo avanzò fino alla macchina di Archie, strappò via gli asciugamani che tappavano la fessura del finestrino dalla parte del guidatore, e abbassò il vetro di una decina di centimetri, con forza leonina.
«Mi ha sentito, signore mio? Non abbiamo la licenza per i suicidi, da queste parti. Questo posto è halal. Kosher, capisce? Amico, se ha veramente intenzione di morire qui, temo che prima dovrà essere svuotato di tutto il suo sangue.»
★★★☆
(p. 14)
«Arshad!»
Dal negozio uscì un tizio magro dall’aria sfuggente, con i baffi a manubrio e le mani sporche di sangue, vestito in quattro diverse sfumature di marrone.
«Arshad!» Mo, che si controllava a fatica, puntò il dito in direzione della macchina. «Ragazzo, te lo chiederò una volta sola.»
«Sì, Abba?» disse Arshad, spostando il peso del corpo da un piede all'altro.
«Che diavolo è, quella? Che ci fa, qui? Alle sei e mezzo mi arrivano le consegne. Alle sei e mezzo avrò per le mani quindici bovini morti da scaricare nel retrobottega. È il mio lavoro, lo capisci? Sta per arrivare la carne. Ecco perché sono sorpreso...» Mo assunse un’aria di innocente disorientamento. «Pensavo che questa dicesse “Area di scarico”.» Punto il dito verso una vecchia cassetta di legno con la scritta vietato il posteggio di qualunque veicolo in qualunque giorno. «Be’?»
«Non so, Abba.»
«Sei mio figlio, Arshad. Non ti do da lavorare perché tu non sappia...» Tese la mano fuori dalla finestra e dette uno scappellotto a Varin, che si teneva in bilico come un equilibrista sul selciato scivoloso. Il colpo dietro la testa fu tanto forte che per poco il ragazzo non fu sbalzato via dalla scala.
«Ti do da lavorare perché tu sappia. Perché tu raccolga informazioni. Perché tu porti la luce nella grande oscurità dell’inspiegabile universo del creatore.»
«Abba?»
«Scopri che cosa ci fa qui e liberatene.»
Mo scomparve dalla finestra. Un minuto dopo, Arshad tornò con la spiegazione. «Abba.»
Mo cacciò di nuovo la testa fuori dalla finestra, di scatto, come il maligno cucù di un orologio svizzero.
«Quello si sta gassando, Abba.»
«Cosa?»
Arshad si strinse nelle spalle. «Ho gridato attraverso il finestrino, ho detto a quel tizio di andarsene, e lui ha risposto: “Mi sto gassando, lasciami in pace”. Proprio così.»
«Nessuno si gassa sulla mia proprietà» esplose Mo, mentre scendeva a passo di marcia. «Non abbiamo la licenza.»
Una volta in strada, Mo avanzò fino alla macchina di Archie, strappò via gli asciugamani che tappavano la fessura del finestrino dalla parte del guidatore, e abbassò il vetro di una decina di centimetri, con forza leonina.
«Mi ha sentito, signore mio? Non abbiamo la licenza per i suicidi, da queste parti. Questo posto è halal. Kosher, capisce? Amico, se ha veramente intenzione di morire qui, temo che prima dovrà essere svuotato di tutto il suo sangue.»
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12 novembre 2013
Tim Hecker, Virgins (2013)
un milione di mondi possibili
evocativo e impegnativo
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11 novembre 2013
10 novembre 2013
ghetto
The White Mandingos, The Ghetto Is Tryna Kill Me (2013)
divertenti, ma troppo nineties, rap n roll
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the white mandingos
09 novembre 2013
08 novembre 2013
07 novembre 2013
maccartismo
J. Hillcoat, The Road (2009)
in tv
da un romanzo di cormac mccarthy
convincente, è difficile fare bene film genere apocalittici
viggo mortensen protagonista, charlize theron non protagonista, robert duvall il vecchio, guy pearce finale
★ ★ ★
in tv
da un romanzo di cormac mccarthy
convincente, è difficile fare bene film genere apocalittici
viggo mortensen protagonista, charlize theron non protagonista, robert duvall il vecchio, guy pearce finale
★ ★ ★
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06 novembre 2013
tjr
The Julie Ruin, Run Fast (2013)
gruppo di kathleen hanna
bellyno
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05 novembre 2013
01 novembre 2013
nin
Nine Inch Nails, Hesitation Marks (2013)
bel disco, in studio tutto è un po' più leccato, dal vivo più animalesco è meglio, ma mi piace, thumbs up
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