02 agosto 2007

Bolognesi: "In Parlamento amici dei terroristi"

BOLOGNA
«Chi può stupirsi dei rigurgiti del terrorismo di ogni colore, se in Italia l’omicidio politico è stato un mezzo per fare carriera e ottenere insperati accessi mediatici? Chi può stupirsi se in Parlamento siedono tanti amici dei terroristi?» Domande pesanti, quelle contenute nel discorso del Presidente dell’Associazione vittime Due Agosto, Paolo Bolognesi, pronunciate dal palco a Bologna durante la celebrazione del 27esimo anniversario della strage alla stazione del 2 agosto 80, che causò 85 morti e 200 feriti. Piazza gremita e palco mai così rappresentativo del Governo, con il presidente del Consiglio Romano Prodi a sorpresa a fianco del Ministro del lavoro Cesare Damiano, rappresentate ufficiale del Governo.

Bolognesi sembra un fiume in piena. « Dimenticare le vittime e mettere sotto la luce dei riflettori i carnefici non può dirsi memoria - scandisce - non può dirsi democrazia, tutto ciò va definito barbarie. Non è questa la sede per indagare - prosegue - sul perchè dell’ambiguità di alcuni esponenti politici e di parte della sinistra sugli anni di piombo, ma qui oggi vogliamo esprimere un concetto forte e chiaro: se qualcuno vuole barattare l’impunità per i neofascisti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini in cambio dell’impunità per i cosiddetti compagni che hanno sbagliato - tuona dal palco - ha fatto male i suoi conti. Se questa è, come appare, un’operazione di «scambio dei prigionieri» - conclude - un meschino compromesso per autolegittimarsi e per far dimenticare gli scheletri nell’armadio di destra e di sinistra, l’Associazione 2 Agosto 80 ne sarà ’ una fiera oppositrice».

Mantenere viva la memoria di quella stagione. Lo ha scritto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell’anniversario della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, in un messaggio inviato a Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna. Il Presidente del Consiglio Romano Prodi ed il Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, hanno partecipato alla manifestazione di memoria durante la quale alcuni partecipanti hanno fischiato il ministro.

«Rivolgo il mio pensiero commosso - scrive il capo dello Stato - ai familiari delle ottantacinque vittime innocenti di quel tremendo e vile attentato che sconvolse l’intero paese. Il ricordo di quel giorno di ventisette anni fa è vivo in tutti noi. Davanti ai nostri occhi scorrono ancora le crude immagini di quella mattina: i volti dei feriti e dei loro soccorritori colmi di sgomento e dolore per tanta inumana ferocia».

Un invito a non dimenticare è arrivato anche dal Presidente del Consiglio nel corso della cerimonia. Non si può dimenticare quanto è accaduto il 2 ottobre del 1980, con l’attentato terroristico che ha provocato la morte di 85 persone e il ferimento di 200 persone. Allo stesso tempo, ha detto Prodi, «non bisogna cercare la vendetta, bisogna cercare la verità».

Il Ministro Damiano, definendo «marginali» i fischi di protesta ricevuti da alcuni settori della piazza, ha preferito sottolineare la solidarietà ai familiari delle vittime. «La contestazione è solo marginale - spiega Damiano ai cronisti al termine della cerimonia - quello che mi interessa è parlare con la gente, la gente vera, con questo popolo che anche oggi ha ricordato con i parenti delle vittime che hanno diritto di sapere che l’Italia non può dimenticare». «Noi - continua il ministro - vogliamo che l’Italia non si dimentichi. Faremo del nostro meglio per continuare non solo nella memoria ma anche per la tutela dei parenti delle vittime».

Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha colto l’occasione dell’anniversario per sollecitare una definitiva ricerca della verità sulla strage di 27 anni fa. La strage di Bologna del 2 agosto del 1980 è ancora «coperta da un velo di opacità che alimenta una memoria colma di sofferenza». È «necessario ribadire - ha scritto Bertinotti - l’impegno a fare piena luce» perché «una memoria scissa dalla verità è una memoria negata».

(lastampa.it, 2/8/2007)

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