10 ottobre 2007

£ 0.00

It's the first major album whose price is determined by what individual consumers want to pay for it. And it's perfectly acceptable to pay nothing at all.
Time.com, 1/10/07
Posso dire di essere emozionato?
Ho prenotato il nuovo disco dei Radiohead la scorsa settimana sul loro sito. Come suggerito, ho indicato l'importo che volevo pagare (e cioè 0,00: l'unica cifra che non ha bisogno di essere convertita) e ora mi sto ascoltando il lavoro dei Radiohead, finito 10 giorni fa, prenotato una settimana fa, scaricato 20 minuti fa, a costo zero (che non sembra un granché, al primo ascolto...). Se è vero quello che ho sentito dire, e cioè che la cifra media offerta per il downloading del pacchetto è più o meno la stessa che per un qualsiasi altro album a pagamento su iTunes, allora forse siamo di fronte a un punto di svolta, fatto non da pionieri, dato che molti altri hanno "osato" prima, ma forse i primi di questo peso a offrire in modo totalmente gratuito il proprio lavoro, sin dal debutto e al 100%. Non più le briciole da farti annusare per far venire l'acquolina ad acquistare, ma il pasto completo, tutto e subito, consegnato a domicilio dal ristorante con tre forchette. Decidi quanto pagare per mangiare. Una prodigiosa operazione di marketing, con la differenza che il trucco e l'inganno non ci sono (almeno spero...). Altri li seguiranno, i nine inch nails ha(nno) rotto il contratto, i pearl jam pure. quello che hanno fatto i radiohead per primi tra i giganti è dimostrare che i soldi possono essere il mezzo e non il fine. ok, adesso torno con i piedi per terra...
Le case discografiche stanno reagendo in maniera goffa e scomposta (per esempio denunciando i propri clienti... del resto, è più semplice comminare una multa a una massaia del minnesota che perseguire penalmente l'intera repubblica popolare cinese. più facile ma a chi giova?), i fan/clienti/ascoltatori stanno reagendo da tempo positivamente (ormai se ne sono accorti tutti tranne i dinosauri).
ieri il quadro era desolante, con il costume e l'industria a inseguire l'arte e la tecnologia (neanche troppo avanzata...). da oggi il quadro è quello di ieri ma con una certezza in più. si può.

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