13 febbraio 2007

Schiave della madre per 7 anni Tre bimbe ridotte come animali

di Salvo Mazzolini - martedì 13 febbraio 2007, 07:00
da Berlino

È uno scenario dell’orrore quello che si è presentato agli occhi increduli dei poliziotti: nella cantina di una villetta alla periferia di Linz, linda e tranquilla cittadina dell’Austria, tre ragazze dall’aspetto cadaverico giacevano per terra, al buio, legate alle pareti con una corda, senza acqua, circondate da escrementi, topi e rifiuti. E in queste condizioni le ragazze, tre sorelle di 14, 18 e 21 anni erano tenute prigioniere da sette anni.

Un’altra storia agghiacciante di violenza e delirante sadismo a pochi mesi dalla vicenda di Natascha Kampusch, la ragazzina tenuta prigioniera per otto anni. E anche questa volta nell’Austria felix. Con un’aggravante. Nel ruolo di carnefice non c’è un sadico, ma la madre, che teneva le tre figlie prigioniere come animaletti per impedire loro di vedere il padre dal quale si era separata. Non solo. La scoperta delle tre sorelline imprigionate e legate in cantina risale all’ottobre del 2005, ma per motivi ancora misteriosi è stata resa nota solo in questi giorni, in concomitanza con il processo contro la donna. Sembra che il ritardo sia in parte dovuto all’imbarazzo della polizia, che avrebbe cercato di coprire le proprie negligenze.

Secondo i giornali austriaci più volte i vicini della casa dell’orrore, allarmati per grida e pianti che sentivano uscire dalla cantina, avrebbero sollecitato la polizia ad ispezionare la villetta dove abitava quella strana donna le cui figlie erano improvvisamente scomparse. Ma solo dopo sette anni la polizia si sarebbe decisa a entrare nella casa. Viktoria, Katherina ed Elizabeth avevano rispettivamente 7, 11 e 14 anni, quando la madre decise di segregarle come animali. Una decisione agghiacciante presa dopo il divorzio, mai digerito, chiesto dal marito che è un giudice del tribunale di Linz. Nella sua mente sconvolta voleva punire il marito, impedendogli di vedere le figlie. Ogni volta che lui chiedeva di vederle, la donna inventava dei pretesti: o erano andate dalla nonna o erano in vacanza o al cinema. Solo una volta il padre sarebbe riuscito a vedere la figlia più piccola. Ma secondo il tabloid Oesterreich, che per primo ha raccontato questa storia, il padre non avrebbe mai allertato la polizia. Una volta sono intervenuti i servizi di assistenza per l’infanzia e in quell’occasione le tre sorelline furono fatte trovare in salotto, lavate e ben vestite ed evidentemente ammaestrate per non suscitare i sospetti degli assistenti sociali.

Dopo la terrificante scoperta le tre sorelline sono state affidate a un istituto in Carinzia specializzato nel recupero di bambini che hanno subito gravi traumi. Ma il loro completo ritorno alla normalità è giudicato molto improbabile. Dopo tanti anni di segregazione non sono più in grado di parlare normalmente e tra loro comunicano con un linguaggio incomprensibile agli altri. La più danneggiata è Elizabeth, la più grande. Ma tutte e tre, secondo gli specialisti che le hanno in cura, avranno un’invalidità psichica permanente.

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