19 febbraio 2009
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18 febbraio 2009
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17 febbraio 2009
Michael Mann Miami Vice (06)
in tv.
la creatura del regista notturno-
più a fuoco di heat, meno di collateral-
mi aspettavo di più, francamente; vive nell'attesa dello scontro a fuoco e rimane irrimediabilmente irrisolto. anche se non un capolavoro, non capisco perché non è piaciuto a nessuno. diciamo una puntata del telefilm con qualche "effetto speciale" in più-
farrell giudizio sospeso, foxx un po' appannato-
★ ★ ☆
in tv.
la creatura del regista notturno-
più a fuoco di heat, meno di collateral-
mi aspettavo di più, francamente; vive nell'attesa dello scontro a fuoco e rimane irrimediabilmente irrisolto. anche se non un capolavoro, non capisco perché non è piaciuto a nessuno. diciamo una puntata del telefilm con qualche "effetto speciale" in più-
farrell giudizio sospeso, foxx un po' appannato-
★ ★ ☆
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16 febbraio 2009
Michael Moore The Big One (1998)
in tv.
il film è come gli altri, non ha nulla di diverso.
denuncia, camera in spalla, interviste, alle corporation, a lavoratori, ex-lavoratori, approfittando di un tour promozionale per un nuovo libro in uscita.
il periodo riguarda le primarie di quello che poi sarebbe diventato il primo mandato clinton. sembra un milione di anni fa ma è l'altro ieri. la cosa interessante è che è un documentario on the road sull'america dal basso, molto più interessante di altri lungometraggi, documentari, trasmissioni televisive ecc. su "cosa sono questi americani", che continuiamo (?) a guardare col naso schiacciato contro il vetro, siamo letteralmente rapiti da questa bolla di sapone.
cincinnati, minneapolis, i sobborghi di chicago, omaha, illinois, ... il ventre dell'america, come uno se lo aspetta e molto peggio. non new york, o san francisco, o las vegas. probabilmente il migliore e il peggiore posto al mondo dove vivere - a seconda dei punti di vista.
le elementari regole-trappola, il meccanismo che ti stritola o che (raramente) ti catapulta e ti munifica, tutto portato all'estremo.
la rabbia e il terrore, repressi, che prima o poi esplodono. da dove viene tutto questo odio? è ciò che stiamo importando? perché non se lo chiedono mai? io lo faccio. e ho paura a rispondermi. è brutto spegnere la luce in quei momenti, perché al buoi è tutto uguale (tutti i gatti ecc.). e invece non bisogna avere paura.
sarà interessante vedere se e/o quanto poco cambierà con obama.
mah, spero di sbagliarmi.
in tv.
il film è come gli altri, non ha nulla di diverso.
denuncia, camera in spalla, interviste, alle corporation, a lavoratori, ex-lavoratori, approfittando di un tour promozionale per un nuovo libro in uscita.
il periodo riguarda le primarie di quello che poi sarebbe diventato il primo mandato clinton. sembra un milione di anni fa ma è l'altro ieri. la cosa interessante è che è un documentario on the road sull'america dal basso, molto più interessante di altri lungometraggi, documentari, trasmissioni televisive ecc. su "cosa sono questi americani", che continuiamo (?) a guardare col naso schiacciato contro il vetro, siamo letteralmente rapiti da questa bolla di sapone.
cincinnati, minneapolis, i sobborghi di chicago, omaha, illinois, ... il ventre dell'america, come uno se lo aspetta e molto peggio. non new york, o san francisco, o las vegas. probabilmente il migliore e il peggiore posto al mondo dove vivere - a seconda dei punti di vista.
le elementari regole-trappola, il meccanismo che ti stritola o che (raramente) ti catapulta e ti munifica, tutto portato all'estremo.
la rabbia e il terrore, repressi, che prima o poi esplodono. da dove viene tutto questo odio? è ciò che stiamo importando? perché non se lo chiedono mai? io lo faccio. e ho paura a rispondermi. è brutto spegnere la luce in quei momenti, perché al buoi è tutto uguale (tutti i gatti ecc.). e invece non bisogna avere paura.
sarà interessante vedere se e/o quanto poco cambierà con obama.
mah, spero di sbagliarmi.
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Christian Fennesz Black Sea (08)
evocativo come solito. bruma della mente.
ma la parte audio, da sola, non regge.
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14 febbraio 2009
AHAHAHAAAAAAHHHHH!!!
Europee, Mastella corre con il Pdl
"...un cammino fatto di programmi e scelte condivise, con l'obiettivo di imprimere, nel solco di una rinnovata cultura bipolare, una svolta vera alle imminenti consultazioni elettorali..."
"...un quadro di alleanze organico, chiaro e coerente..." (vedi sotto)
"...una verifica politica in quegli enti locali, a partire dalla provincia di Benevento, dove tale partito è tuttora in coalizione con il centrosinistra." (mentre Mastella stesso è stato ministro nel governo di centrosinistra mentre era sindaco di Ceppaloni appoggiato alle elezioni da Forza Italia e SDI, centrodestra)
"...si vuole rendere evidente che in Campania è tempo di cambiare mentalità e metodo di governo della cosa pubblica". (su questo non ci piove, ma è lui che se ne deve andare)
il capolavoro: "Partendo dalla tutela degli esclusivi interessi delle popolazioni interessate (Mastella e signora, ndr), è improcrastinabile puntare su opzioni programmatiche in grado di avviare lo sviluppo e la ripresa economica di una regione lasciata per troppo tempo allo sbando ed al non-governo." («Sandra, senti un po' gli amici di Provenzano e Campanella cheddicono»)
Bene, bene, finalmente una buona notizia
"...un cammino fatto di programmi e scelte condivise, con l'obiettivo di imprimere, nel solco di una rinnovata cultura bipolare, una svolta vera alle imminenti consultazioni elettorali..."
"...un quadro di alleanze organico, chiaro e coerente..." (vedi sotto)
"...una verifica politica in quegli enti locali, a partire dalla provincia di Benevento, dove tale partito è tuttora in coalizione con il centrosinistra." (mentre Mastella stesso è stato ministro nel governo di centrosinistra mentre era sindaco di Ceppaloni appoggiato alle elezioni da Forza Italia e SDI, centrodestra)
"...si vuole rendere evidente che in Campania è tempo di cambiare mentalità e metodo di governo della cosa pubblica". (su questo non ci piove, ma è lui che se ne deve andare)
il capolavoro: "Partendo dalla tutela degli esclusivi interessi delle popolazioni interessate (Mastella e signora, ndr), è improcrastinabile puntare su opzioni programmatiche in grado di avviare lo sviluppo e la ripresa economica di una regione lasciata per troppo tempo allo sbando ed al non-governo." («Sandra, senti un po' gli amici di Provenzano e Campanella cheddicono»)
Bene, bene, finalmente una buona notizia
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Qualcosa su cui riflettere
L’interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Si rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni spettano al paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti a coloro che ne hanno legalmente diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.
Cardinal Joseph Ratzinger, Catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par. 2278.
Cardinal Joseph Ratzinger, Catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par. 2278.
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12 febbraio 2009
koala thirsty
'Fanculo il koala. Muoiono persone come mosche in australia e dovrei appassionarmi al destino di un koala salvato dalle fiamme da un vigile che gli dà da bere? dovrei donare dei soldi alla struttura che lo ospiterà?
no.
li destino agli scampati, ai parenti delle vittime, a chi salva vite umane?
no.
no.
li destino agli scampati, ai parenti delle vittime, a chi salva vite umane?
no.
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Mogwai live @ Rolling Stone (Milano) 10/2/2009
21.30 circa
(pur)troppo tardi decido di parcheggiare la macchina in superdivieto dopo intense ricerche. copro velocemente i 15-18 isolati che mi separano dal rolling stone. a cercare parcheggio ho decisamente perso tempo, e infatti non solo mi sono perso gli errors, ma anche i mogwai hanno già iniziato! spero da poco. sorprendentemente strapieno e pubblico compatto, non mi resta che fermarmi nel settore femminile, dove le ragazze si mettono perché vorrei-salire-sul-gradino-e-infilarmi-nella-calca-ma-non-mi-sentirei-a-mio-agio. e-poi-non-vedrei-un-cazzo-lo-stesso. andiamo-al-cesso-in-due. (a proposito, pensavo che i mogwai fossero del genere scacciafighe, ma non è affatto così. ci sono molte donne, molto giovani, e meno, poco pubblico alternative, molto casual, grigio, nocciola, blu, autunno, inverno. pochi piercing e per nulla capelli colorati.
entrato, vengo accolto dal muro di (3) chitarre distorte (alla mogwai) che sovrastano basso, batteria e (più avanti) tastierino numerico. birra. (ma ho ancora freddo...) luci fisse, soffuse e dense, lunghe cavalcate nelle steppe elettrificate, evocazione e suggestione, pathos, qualche "grazie", ondate di chitarra, a valanga, ininterrottamente, quello che ci si aspetta, quello che IO voglio, potrei ascoltarli ogni martedì, farli diventare un'abitudine, come un dopolavoro bocciofilo, che non sarebbero monotoni, o forse sì, il pathos se ne andrebbe a farsi fottere. fatto sta che queste due ore scarse mi sono decisamente piaciute, nonostante la posizione di merda dell'ultimo momento e altre quisquilie. bravi scozzesi.
scaletta ufficiosa qui
(pur)troppo tardi decido di parcheggiare la macchina in superdivieto dopo intense ricerche. copro velocemente i 15-18 isolati che mi separano dal rolling stone. a cercare parcheggio ho decisamente perso tempo, e infatti non solo mi sono perso gli errors, ma anche i mogwai hanno già iniziato! spero da poco. sorprendentemente strapieno e pubblico compatto, non mi resta che fermarmi nel settore femminile, dove le ragazze si mettono perché vorrei-salire-sul-gradino-e-infilarmi-nella-calca-ma-non-mi-sentirei-a-mio-agio. e-poi-non-vedrei-un-cazzo-lo-stesso. andiamo-al-cesso-in-due. (a proposito, pensavo che i mogwai fossero del genere scacciafighe, ma non è affatto così. ci sono molte donne, molto giovani, e meno, poco pubblico alternative, molto casual, grigio, nocciola, blu, autunno, inverno. pochi piercing e per nulla capelli colorati.
entrato, vengo accolto dal muro di (3) chitarre distorte (alla mogwai) che sovrastano basso, batteria e (più avanti) tastierino numerico. birra. (ma ho ancora freddo...) luci fisse, soffuse e dense, lunghe cavalcate nelle steppe elettrificate, evocazione e suggestione, pathos, qualche "grazie", ondate di chitarra, a valanga, ininterrottamente, quello che ci si aspetta, quello che IO voglio, potrei ascoltarli ogni martedì, farli diventare un'abitudine, come un dopolavoro bocciofilo, che non sarebbero monotoni, o forse sì, il pathos se ne andrebbe a farsi fottere. fatto sta che queste due ore scarse mi sono decisamente piaciute, nonostante la posizione di merda dell'ultimo momento e altre quisquilie. bravi scozzesi.
scaletta ufficiosa qui
Filosofia spicciola
sto sistemando/spostando dei libri su una libreria di casa. polvere, mani sporche. mi scappa da cagare. sul cesso ho un dubbio (perché è sempre lì che il cervello macina, la figura del pensatore seduto con la fronte appoggiata al pugno non sembra seduto sul cesso, sta effettivamente defecando): le mani me le tengo sporche o me le lavo? la carta igienica la posso usare con le mani lerce (?), ma il bidè me lo faccio con le mani sporche? se me le lavo, poi tanto devo fare il bidè, quindi poi me le devo lavare di nuovo, per poi tornare a impolverarmele; d'altra parte, se non me le lavo cosa mi faccio il bidè a fare, con le mani luride. il mio deretano non se lo merita. e neanche mi sembra il caso di tornare a spostare libri con le mani sporche senza farmi il bidè, e farlo quando ho finito di impolverarmele - questa è l'ipotesi che mi attrae meno.
son problemi.
alla fine opto per la versione schizzinosa, defecazione, lavaggio mani, bidè, lavaggio mani, ri-impolveramento, lavaggio mani, cibo e bevande, lavaggio denti, toilette pre-sonno, nanna.
uno scaffale è liberato - e riempito subito.
sto sistemando/spostando dei libri su una libreria di casa. polvere, mani sporche. mi scappa da cagare. sul cesso ho un dubbio (perché è sempre lì che il cervello macina, la figura del pensatore seduto con la fronte appoggiata al pugno non sembra seduto sul cesso, sta effettivamente defecando): le mani me le tengo sporche o me le lavo? la carta igienica la posso usare con le mani lerce (?), ma il bidè me lo faccio con le mani sporche? se me le lavo, poi tanto devo fare il bidè, quindi poi me le devo lavare di nuovo, per poi tornare a impolverarmele; d'altra parte, se non me le lavo cosa mi faccio il bidè a fare, con le mani luride. il mio deretano non se lo merita. e neanche mi sembra il caso di tornare a spostare libri con le mani sporche senza farmi il bidè, e farlo quando ho finito di impolverarmele - questa è l'ipotesi che mi attrae meno.
son problemi.
alla fine opto per la versione schizzinosa, defecazione, lavaggio mani, bidè, lavaggio mani, ri-impolveramento, lavaggio mani, cibo e bevande, lavaggio denti, toilette pre-sonno, nanna.
uno scaffale è liberato - e riempito subito.
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cronaca vera,
i veri problemi del mondo,
minchiate
11 febbraio 2009
Pimpa Rain
€ 69,00 Invece di: € 178,00
Giacca in tessuto tecnico impermeabile per le giornate di pioggia
Tessuto: PVC
Chiusura: Bottoni
Cuciture: In contrasto
Finiture: Taglio a vivo
Colore: Trasparente
Composizione: 100% Poliuretano
€ 69,00 Invece di: € 178,00
Giacca in tessuto tecnico impermeabile per le giornate di pioggia
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Cuciture: In contrasto
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Colore: Trasparente
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minchiate
03 febbraio 2009
io, robot
c'è quel filone sterminato di filmi del genere. molto fumo, tantissimo, davvero bellissimo, storie scelte o declinate in modo da spendere effetti speciali e soldi a iosa, ma l'arrosto spesso non si vede. trama squadrata a renderla visibile a un pubblico universale.
qui c'è un asimov strizzato all'inverosimile (e a quanto ricordo non è che scrivesse trattati di filosofia). visto in tv, che forse rende meno. soprattutto visto un anno dopo io sono leggenda affine da molti punti di vista, non solo per will smith, la musica, l'attitudine e l'ineluttabilità. magari sono io che cerco connessioni forzate, ed è solo che a ondate hollywood si somiglia un po' tutta. ★ ★
qui c'è un asimov strizzato all'inverosimile (e a quanto ricordo non è che scrivesse trattati di filosofia). visto in tv, che forse rende meno. soprattutto visto un anno dopo io sono leggenda affine da molti punti di vista, non solo per will smith, la musica, l'attitudine e l'ineluttabilità. magari sono io che cerco connessioni forzate, ed è solo che a ondate hollywood si somiglia un po' tutta. ★ ★
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02 febbraio 2009
Julian Cope Black Sheep (2008) - survivor.
interessante quando è viscerale. le tastiere anni 80 francamente... ★ ★
interessante quando è viscerale. le tastiere anni 80 francamente... ★ ★
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01 febbraio 2009
roots rockers (royale rockers)
casino royale live @ c.s. leoncavallo, 31/1/2009
22.45 - la juve ha perso. esco o non esco?
esco.
non so se ringraziare il leoncavallo per gli orari assurdi che ti permettono di fare altro di sera e andare là dopo, oppure se maledirlo perché ti costringe a fare tardissssimo (o presto, dipende da che parte si guarda il week end). di sicuro non mi mancava la puzza di fumo che ti impregna i vestiti e che che non ti abbandona se non dopo una violenta raschiatura dell'epidermide. lo devi sudare il fumo, perché ti vada via.
sbaglio strada un paio di volte, già non sono un drago dell'orientamento, in più sono anni che non vengo da queste parti (ehm, l'abitudine mi ha fatto imboccare la tangenziale ovest e non la est, ma rimedio prontamente. cominciamo bene). una volta ritrovato il bandolo della matassa scopro di sapere ancora come ci si arriva. parcheggio selvaggio nel grumo abitativo tra greco e la ferrovia (una delle ultime volte ho preso una multa per divieto di sosta alle 2.30).
mezz'oretta di coda prima di entrare, decisamente freschino, qualche fiocco di neve, mi sa che il lungo domani verrà sostituito dal tapis roulant, sob. entro, 8 euro (una volta erano 5mila lire!? o ricordo male? o sono io che divento vecchio e quindi mi devo lamentare) clima decisamente tranquillo.
giretto di perlustrazione, non è cambiato nulla, libreria, baretto, code infinite per i generi di conforto, la birra non so (forse in quello sono cambiato io), dauntaun sembra sempre l'anticamera dell'inferno. tutto come quand che seri giuin, ho preso anche la magliettina.
0.20 - inizia lo spettacolo. i casino royale esibiscono il loro più recente mood. da quello che posso apprezzare (non c'è niente di peggio di un capannone per sentire male un evento dal vivo. perché la tipica forma ad angoli acuti del tetto non è stata sfruttata come simbolo?) sembrano proprio in forma e a proprio agio in quelle sonorità. del resto, il reggae roots è sempre stato lì, sullo sfondo, anche quando sembravano a migliaia di chilometri di distanza, come nel periodo RYLZ. ritmo in levare, chitarra, basso, batteria (ma è lui!? devo indagare), tastiere/organ, voce, jolly/clavietta. la cosa che mancava di più: i fiati, che avrebbero riempito un poco gli spigoli del leoncavallo, ma va bene così. (ma fumano proprio tutti attorno a me?) gente mista vecchia/giovane, pochi rasta, stragiati, fighetti, atmosfera rilassata, disinteresse, emozione, scimmia, passione, coinvolgimento, danza. un'oretta abbondante di concerto, pausa, al ritorno sul palco una sorpresa: chiamano a gran voce il loro ex compagno di strada giuliano palma che canta con loro un paio di canzoni. molto emozionante, anche per loro, grandi abbracci sul palco, situazione evidentemente non prevista, forse dopo gli scazzi e la separazione ora è il momento per un civile divorzio consensuale. bello, molto. giuliano se ne va, torna nel suo altro mondo, altri pezzi, altre danze, un paio di bis e revolution rock, tanto per ribadire il concetto. ciao milano ciao ciao.
esco. macchina, milano, tangenziale, autostrada, casa.
3.30 - comincia la fase di purificazione/sterilizzazione. gli abiti in autoclave, per me pensavo di mettere la pelle in lavatrice a 90°.
11.30 - piove
12.30 - nevica
14.30 - 'ndiamo in palestra, vah...
22.45 - la juve ha perso. esco o non esco?
esco.
non so se ringraziare il leoncavallo per gli orari assurdi che ti permettono di fare altro di sera e andare là dopo, oppure se maledirlo perché ti costringe a fare tardissssimo (o presto, dipende da che parte si guarda il week end). di sicuro non mi mancava la puzza di fumo che ti impregna i vestiti e che che non ti abbandona se non dopo una violenta raschiatura dell'epidermide. lo devi sudare il fumo, perché ti vada via.
sbaglio strada un paio di volte, già non sono un drago dell'orientamento, in più sono anni che non vengo da queste parti (ehm, l'abitudine mi ha fatto imboccare la tangenziale ovest e non la est, ma rimedio prontamente. cominciamo bene). una volta ritrovato il bandolo della matassa scopro di sapere ancora come ci si arriva. parcheggio selvaggio nel grumo abitativo tra greco e la ferrovia (una delle ultime volte ho preso una multa per divieto di sosta alle 2.30).
mezz'oretta di coda prima di entrare, decisamente freschino, qualche fiocco di neve, mi sa che il lungo domani verrà sostituito dal tapis roulant, sob. entro, 8 euro (una volta erano 5mila lire!? o ricordo male? o sono io che divento vecchio e quindi mi devo lamentare) clima decisamente tranquillo.
giretto di perlustrazione, non è cambiato nulla, libreria, baretto, code infinite per i generi di conforto, la birra non so (forse in quello sono cambiato io), dauntaun sembra sempre l'anticamera dell'inferno. tutto come quand che seri giuin, ho preso anche la magliettina.
0.20 - inizia lo spettacolo. i casino royale esibiscono il loro più recente mood. da quello che posso apprezzare (non c'è niente di peggio di un capannone per sentire male un evento dal vivo. perché la tipica forma ad angoli acuti del tetto non è stata sfruttata come simbolo?) sembrano proprio in forma e a proprio agio in quelle sonorità. del resto, il reggae roots è sempre stato lì, sullo sfondo, anche quando sembravano a migliaia di chilometri di distanza, come nel periodo RYLZ. ritmo in levare, chitarra, basso, batteria (ma è lui!? devo indagare), tastiere/organ, voce, jolly/clavietta. la cosa che mancava di più: i fiati, che avrebbero riempito un poco gli spigoli del leoncavallo, ma va bene così. (ma fumano proprio tutti attorno a me?) gente mista vecchia/giovane, pochi rasta, stragiati, fighetti, atmosfera rilassata, disinteresse, emozione, scimmia, passione, coinvolgimento, danza. un'oretta abbondante di concerto, pausa, al ritorno sul palco una sorpresa: chiamano a gran voce il loro ex compagno di strada giuliano palma che canta con loro un paio di canzoni. molto emozionante, anche per loro, grandi abbracci sul palco, situazione evidentemente non prevista, forse dopo gli scazzi e la separazione ora è il momento per un civile divorzio consensuale. bello, molto. giuliano se ne va, torna nel suo altro mondo, altri pezzi, altre danze, un paio di bis e revolution rock, tanto per ribadire il concetto. ciao milano ciao ciao.
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12.30 - nevica
14.30 - 'ndiamo in palestra, vah...
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