24 maggio 2007

L’uomo che pedinava se stesso

Hasan Elahi non sa che il 9 luglio prossimo a Spoleto, nella sezione "Prosa" del Festival dei Due Mondi, si celebrerà il processo a George Orwell. Non sa nemmeno che potrebbe essere chiamato a testimoniare.
A ridosso del drammatico 11 settembre del 2001, il professor Elahi è di ritorno negli Stati Uniti dopo un viaggio nel Vecchio Continente. Lui, nato in Bangladesh e residente a New York, si ritrova "flagged" — ovvero "segnalato" — sul volo di rientro. Scambiato per un terrorista, viene fermato e interrogato dalle autorità di polizia presso lo scalo aeroportuale. Mostra il suo palmare, zeppo di ogni sorta di informazioni idonee a rivelare identità, professione, attività, impegni ed ogni altro evento: appuntamenti segnati meticolosamente, una rubrica con ogni indizio relativo alle potenziali "cattive compagnie", appunti e altre notazioni didattiche. Niente da fare. Elahi viene sottoposto dagli agenti dell’FBI al "lie-detector test", la macchina della verità. La situazione si chiarisce ed ogni dubbio degli investigatori è archiviato, ma per il professore della Rutgers University il dramma continua: finisce un incubo ad occhi aperti, inizia una stagione di paranoia irrefrenabile. Se il "Grande Fratello" vuole prova di ogni suo spostamento, perché non sorvegliarsi da soli così da poter disporre di qualsivoglia informazione di dettaglio al momento di una eventuale richiesta? E’ così che nasce un’idea folgorante.
Elahi, impiantato nel 2002 un GPS nel suo cellulare, provvede ciclicamente a trasmettere senza tregua ogni informazione al computer di casa, così da aggiornare il suo posizionamento a sua volta reso pubblico attraverso un sito web appositamente creato. Chi si connette a www.trackingtransience.net non solo trova con precisione millimetrica le coordinate del professore in ogni istante di tutti le giornate trascorse, ma da qualche tempo ha modo di ammirare le immagini scattate con la fotocamera digitale nelle più diverse circostanze.
Complice un po’ di sana goliardia, Hasan Elahi ha deciso di avviare un progetto artistico e di intitolarlo "Tracking Transiente: The Orwell Project". Tra le opere realizzate c’è "Altitude v.2.0.6", un incredibile pachwork iconografico in cui sono ordinatamente collezionate le immagini di vassoi visti dall’alto e corrispondenti a tutti i pasti fruiti a bordo di voli di linea tra il 2005 e il 2006.
A chi capita di far due passi sulla 7ª Strada della Grande Mela è bene che faccia tappa al numero 406: nel pomeriggio è aperta la galleria fotografica che raccoglie il meglio dell’uomo che ha saputo pedinare se stesso.
(Nova24, Il Sole 24-Ore, 24/5/07)

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