04 marzo 2007

David Sylvian/Nine Horses



Dopo l'inascoltabile The Blemish, Mister Voce Vellutata David Sylvian decide di scendere dal piedistallo e di affidare l'album a mani esperte, che lo sporcano (almeno un pochino...), lo rendono meno saccente e angelosessuato. Ci aggiungono tappeti musicali, rumorini, riverberi, commenti sonori, creano assieme a lui The Good Son vs. The Only Daughter: Blemish Remixes (2005). Insomma, lo rendono ascoltabile (2,25). Non sempre i figliuoli prodighi sono buoni.
Di lì a pochi mesi, sempre nel 2005, esce un disco scaturito da un altro progetto di Sylvian, ovvero Nine Horses, amici, pezzi di Japan (compreso il fratello) e musicismo percettibilmente meno minimalista (ma guai a esagerare!), ci sono perfino le chitarre elettriche in primo piano: Snow Borne Sorrow (2,5) Questo è un filo meglio, quasi orecchiabile, impercettibilmente snob senza dilungarsi. In attesa del nuovo Nine Horses. Quando abbandona la cetra il Dévid ci piace. Ruttasse ogni tanto sarebbe il massimo.

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